Gianni Bonetti

I primi sintomi ce li hai già nell’infanzia: fantasia inarginabile, predilezione per le fiabe, tendenza a raccontare…

Il tempo di imparare l’alfabeto e ti ritrovi sveglio fino a tardi a leggere topolino con la gatta sdraiata sui piedi; poi, quando crolli e ti addormenti, la gatta si sveglia e ti salta sulla testa.

Verso i tredici, quattordici anni, inizi a frequentare ambienti semi-deserti e scarsamente illuminati, come la biblioteca comunale. Cominci con cose leggere e apparentemente innocue: Wilde, Tolkien, Allan Poe… poi entri nel giro, prendi il vizio e non riesci più a smettere. Butti in fondo a un cassetto il diploma in informatica e ti iscrivi a Lettere.

Ci metti dieci anni a laurearti perché studi il triplo dei libri in programma e leggi poemi in lingue che non conosci. Prima o poi, finisci anche col farti coinvolgere in attività losche e immorali come i concorsi letterari e i festival di poesia.

Alla fine ti accorgi che non ti resta altro da fare se non raccogliere i fogli e cominciare un nuovo capitolo…

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