Ho visto questo film – Ant-Man

È passata ormai una settimana, da quando, con uno stuolo di amici, sono andato a vedere Ant-Man. Un po’ per questione di tempo, un po’ per perplessità, ne scrivo solamente ora.

Il trailer di Ant-Man:

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Il giorno dopo, con la maglietta che odora ancora di popcorn (il che è inquietante, considerato che né io né le sei persone che erano con me ne hanno comprati), mi assilla una domanda, solo parzialmente retorica: se la Disney deve proprio mettere le mani in tutte le sceneggiature della Marvel, non potrebbe almeno evitare di farlo fare a Pippo?

Premetto che non mi aspettavo Kubrick: Ant-Man è un personaggio dal taglio comico e bislacco, mi aspettavo un film d’intrattenimento, leggero e divertente, che magari aprisse qualche strada per i futuri film Marvel (questo in effetti lo fa, lasciando spazio per uno o due nuovi Avengers).

Invece, la prima parte del film, oltre ad essere caratterizzata da una tecnica cinematografica innovativa (al posto del montaggio, c’è il collage), è di una noia mortale, piena di gag scontate (avrò riso due volte, e le battute sono tante) e con «una genesi dell’eroe lunga ed estenuante», per parafrasare l’amico Airon, che sedeva accanto a me incredulo e ogni tanto mi guardava come a dire: «ma cos’è ‘sta roba?».

Per la seconda parte Pippo deve aver chiesto aiuto a Paperino perché il film diventa divertente: c’è l’azione (sì, l’azione comincia nella seconda parte del film, suscitando terribili ricordi come Spiderman 3) e, se non è avvincente, quantomeno intriga, grazie al fattore miniaturizzazione e alle gag che ne derivano (queste a volte fanno ridere).

Ci chiudiamo l’occhio destro per non vedere incongruenze e lacune, ed usciamo dal cinema quasi felici. È un quasi molto grosso: i dialoghi sono così raffazzonati che anche Michael Douglas, che ai suoi tempi riuscì ad interpretare in modo convincente cose tipo All’inseguimento della pietra verde, ha l’aria di domandarsi per tutto il film «Ma che cavolo stiamo dicendo?»; la protagonista femminile, non fumando il sigaro, ha meno espressioni di Clint Eastwood; il doppiaggio è osceno.

Però ci sono ben due scene dopo i titoli di coda: la Disney ci vizia…

 

 

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