Regola Numero 2 – L’ Whisky è relativo

Cosa mi ha insegnato il Cinema
Regola Numero 2 – L’ Whisky è relativo
Il duro ha avuto una giornata dura, rientra in casa o in ufficio, si versa mezzo bicchiere di Whisky e lo beve come se fosse Uliveto. Poi non importa se arriva il cattivo e c’è da sparare o fare a pugni: lui sarà sempre perfettamente lucido. Come fa? Io me lo sono chiesto per anni, poi, finalmente, dopo lunghe e profonde meditazioni, ho trovato la risposta.
È il bicchiere.
Altra scena: il protagonista è depresso, prende una bottiglia di Whisky dall’armadietto dei liquori o da un negozio (magari è infilata in un sacchetto di carta e non si vede l’etichetta, ma noi lo sappiamo lo stesso che è Whisky), la stappa, beve a canna ed è subito sbornia.
È il bicchiere che fa la differenza.
Se bevi l’Whisky dalla bottiglia ti fa ubriacare, se lo bevi dal bicchiere cura il raffreddore, l’ansia e lo stress postraumatico.
Controindicazioni: dosi superiori a metà bottiglia possono comunque provocare ebbrezza. Non somministrare ai cartoni animati.
Per chiarire il video precedente occorre specificare che ai fini della Regola Numero 2 il Burbon conta come Whisky.
Naturalmente, la nostra cinematica bevanda può anche essere utilizzata in modo efficace come anestetico e disinfettante (in questi casi il bicchiere non è necessario).
Un’altra cosa che ho imparato dal Cinema è che l’Whisky è particolarmente difficile da pubblicizzare (e pare, in effetti, che abbia rovinato la carriera di morti personaggi dello spettacolo, probabilmente per questa ragione).
Ora, nella civiltà polemizzante in cui viviamo, non vorrei che questi discorsi fossero mal interpretati e che si arrivasse a pensare che il Cinema induca all’alcolismo… Sono ben altre le cose che ci indirizzano subdolamente sulla brusca via del malto fermentato: provate a pensare all’Orzo Bimbo…
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